Rogito ergo sum (indebitandum est) pt1

In principio fu due cuori e una capanna.

Atpco e Lenticchia dopo anni trascorsi lontano uno dall’altra (abbiamo parlato in passato della distanza che divideva i due prima del matrimonio) decidono di sposarsi.
Come tutti, chiedono preventivi ai ristoranti, prenotano la chiesa con largo anticipo, fanno le prove col fotografo, mettono su casa come l’hanno sempre immaginata, aspettano un po’ per far arrivare i mobili … ma la futura stupefamiglia non poteva fare come tutti!
Era giugno quando Atpco parlò con Don dell’idea che gli frullava per la testa e, non potendo organizzare per settembre causa raccolto pesche di Nonno Dipinto, il Don trovò la data perfetta per loro: 10/10 (fecero anche un sito chiamato diecidieci.it ma questa è un’altra storia).

 

AAA. Appartamento luminosissimo senza finestre, solo referenziati.

Qualunque altra futura moglie avrebbe riso in faccia all’idea di organizzare un matrimonio in poco più di 3 mesi ma non fu così per Lenticchia che non vedeva l’ora di interrompere finalmente quella lontananza che durava da anni. Si poneva il problema, non da poco, di far coincidere obiettivi e tempi, ovvero:

  1. trovare un tetto coniugale in una città grande come Augusta Taurinorum in poco più di una settimana
  2. permettere a Lenticchia di trasferirsi in terra sarda per organizzare tutto il necessario in poco più di tre mesi.

 

Mutui neanche a parlarne: Atpco aveva concluso il periodo di prova da poche settimane, Lenticchia aveva appena discusso la tesi e il tasso più basso era alto quasi quanto gli sconti di Poltrone&Sofà.

Atpco e Lenticchia hanno visto ogni genere di soluzione senza pregiudizi ed ascoltando le peggio scuse di proprietari/agenti immobiliari/mediatori.
Il loro limitatissimo budget li ha portati a calpestare pavimenti luridi (“stile rustico”!), divani al pelo di cane (“basta una spazzolata e torna nuovo”! ), case col bagno esterno (“ma luminosissimo”!), 4 piano senza ascensore (“per mantenersi in forma”!), 35mq di muffa e puzzo di vecchio (“il precedente inquilino non era tanto attento”!). Erano disperati ma l’ultimo giorno utile trovarono l’appartamento che cercavano. 50mq, soggiorno, cucinino, camera e un bagno talmente stretto che seduti sul water ci si poteva addormentare senza paura di cadere in avanti perché le ginocchia si incastravano perfettamente contro il muro. Non potevano permetterselo, per pagare condominio e riscaldamento avrebbero dovuto mangiare patate bollite anche a colazione ma era perfetto.

Talmente perfetto che la loro vita di coppia nella minuscola casetta durò la bellezza di 3 mesi: la gravidanza di Maggie arrivò subito per scombinare i loro piani di giovani sposini.

Vissero lì due anni e mezzo sentendo il bisogno di allargarsi e di spostarsi dalla città: Avigliana, Chieri, Ciriè erano le mete più ambite. Ma nulla incontrava le loro simpatie e quella delle loro tasche.

Affitto affitto

Nel frattempo c’è stato il lavoro di Lenticchia, la crisi economica e i mutui alle stelle.
Scelsero di rimanere in città. Il secondo appartamento fu meno bello ma grande e comodo per Atpco che faceva meno strada in bus per andare in ufficio (certo poi lo trasferirono a Milano e le cose si complicarono notevolmente ma quasta è un’altra storia). 90 mq, due camere da letto, soggiorno, cucina e un bagno senza muri sulle ginocchia.
Qualche tempo dopo è arrivata la gravidanza di Terry perchè  Atpco e Lenticchia non si illudessero di poter avere spazio.
Poi il lavoro a Grigiolandia, l’incendio, il degrado del quartiere e Atpco e Lenticchia, dopo 4 anni e molti problemi, scelsero Derthona come loro futura casa. Se trovare casa in 10 giorni prima del matrimonio è stato difficile, farlo vivendo a 150 km di distanza in una città che vedi solo da Google Maps è un’impresa titanica. Inizialmente avrebbero voluto comprare ma costi esagerati o forse pretese esagerate per il loro budget spinsero i due ad optare per l’ennesimo affitto.

Era una casa molto carina, senza soffitto, senza cucina

Atpco, forse prendendo troppo alla lettera la celebre canzone di Sergio Endrigo, era pronto ad andare a vivere nell’appartamento occupato da piccioni, senza fornelli ma con fuochi da campo, pensili fatiscenti, odore di vecchio e muri scrostati. Lenticchia, espose gentilmente le sue rimostranze e dopo altri diversi tentativi , finalmente trovarono una soluzione temporaneamente accettabile.

Il terzo appartamento è piccolo (70mq), coloratissimo, in pieno centro, pulito e molto provvisorio (vi ricordate quando abbiamo parlato del tetris quotidiano?). É chiaro che non c’è posto per tutte le loro cose in quella casa.

È quindi la volta di Pulcina che arriva per far apparire la loro esistenza circoscritta in “un minuscolo spazio vitale” (cit.).
Piatti, bicchieri, libri, giochi coperte vestiti soprammobili restano in cantina, in casa solo il necessario “dai che sarà mai. Un anno al massimo e cambiamo casa, vuoi che non troviamo nulla in un anno?“. Due anni dopo e sono sempre lì. Hanno visto villette, appartamenti, case indipendenti, giardini, terrazzi, open space, cucine abitabili. Hanno conosciuto agenti immobiliari di ogni genere, gentili, prepotenti, simpatici, imbroglioni.

Due volte sono stati vicini ad un compromesso.

La prima volta è stato un colpo di fulmine, ne avevamo parlato un anno fa qui: era una casa bellissima, talmente bella che era da buttare giù e ricostruire. C’era un compromesso firmato (che però nessuno si premurò di dire ad Atpco e Lenticchia) e diversi problemi economici da risolvere. Finì malissimo con un incontro ravvicinato del terzo tipo tra Atpco e il vero acquirente/proprietario della casa che disse all’ignaro Atpco in visita per stimare i lavori:”Che ci fate qui? questa è casa mia!!!”

La seconda volta, Atpco e Lenticchia visitarono l’appartamento ad agosto ,di nascosto e sotto false vesti (“non dite che siete interessati all’acquisto” si premurò di dire l’intermediario), attesero la documentazione dell’appartamento che avesse un minimo valore legale, e, dopo settimane di silenzi circospetti, l’agente comunicò loro la proposta dei proprietari, come solo alla Stupefamiglia può capitare:

  • comprate la casa senza fare troppe domande, prezzo finito non trattabile (ne valeva molti di più)
  • i documenti ve li procurate se li volete
  • i proprietari restano dentro la casa fino a giugno 2018 con regolare contratto pagandovi l’ affitto mensile
  • nel frattempo pagate la somma di acquisto per intero

La proposta lasciò i due alquanto perplessi ma ad ogni richiesta di spiegazioni l’intermediario non si faceva trovare se non per dire che “bisogna chiudere quanto prima” specificando che l’intera quota parte della sua parcella era a carico dei compratori (cioè Atpco e Lenticchia) perchè si era accordato in questo modo con i venditori.

Quando Atpco, nonostante i forti dubbi, era pronto per firmare un compromesso degno di nota a condizioni leggermente differenti cercando tutele per se e la famiglia, l’agente immobiliare si fece da parte dicendo:”eh, non se ne fa nulla, avete perso tempo..“.

E non c’è due senza tre… ma stavolta, non senza momenti esilaranti, si è arrivati al compromesso e, forse, all’acquisto.

Stay tuned.

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